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salve, sono nuovo del forum
oltre ad essere appassionato di piante carnivore, mi hanno colpito particolarmente gli amorphophallus.
sono un coltivatore alle primissime armi con questa specie(anche se le specie più comuni non mi sembrano molto ostiche, per quello che ho letto). per ora sono riuscito a trovare il nepalensis, bulbifer, paeonifolius e konjac,semi dikiusianus e alcuni bulbi di arum cornutum.
volevo sapere se fra voi c’era qualche appassionato di questo genere, per darmi qualche consiglio, magari effettuare qualche scambio 🙂 ….a voi la parola!!!ciao
Ciao Borghetto e benvenuto, devo dire che io ho acquistato dei bulbi in Thailandia di Amorphophallus, ma non sono piante che mi entusiasmano tantissimo, anche se devo dire che c’è nè di diversi generi, alcune di esse hanno un ciclo alternato, ossia un anno fanno solo foglie ed un anno fanno solo il fiore, che è davvero grande e puzzolente 😮
sai di che specie si tratta?
se lo fai per collezionismo ok, se invece falci basso come me, allora coltiva il konjac e basta perchè sono tutti uguali, almeno in foglia. Le specie tropicali come il famigerato titanum o l’hewitti sono difficili da mantenere se non hai una serra calda.
Arum cornutum è il Sauromatum guttatum o Typhonium ed è molto facile
certo dire che sono tutti uguali è un pò esagerato…anche perchè la parte più interessante della pianta per me è il fiore.
comunque volevo chiederti se sai come si coltivano le specie tipo il titanum.
in inverno non rimane solo il bulbo?
quindi a cosa serve la serra riscaldata?
per quanto riguarda il cornutum, l’ho preso perchè mi piaceva il suo fiore, particolare
il titanum, come le altre specie, va in riposo in inverno (curioso visto il luogo d’origine) ma è un riposo ‘al caldo’, il tubero deve stare sui 10°C almeno e non deve al contempo disidratarsi. Ho coltivato l’hewittii da seme che è una specie simile, ma dopo due anni li ho persi 😡 proprio per non averli tenuti umidi durante il riposo. Ok, la foglia è alquanto simile, il fiore in effetti è diverso e caratterizza le varie specie. Ma la coltivazione è diversa per le varie specie. Il konjac è certamente il più facile di tutti e anche uno dei più grandi, se si esclude titanum ed hewittii e il tubero si conserva tranquillamente senza torba, sabbia, segatura etc, a temperature freschette (box o cantina) ma può essere lasciato in terra tutto l’anno nell’Italia meridionale, provvedendo ad un buon drenaggio. Coltivazione simile per peonifolius e bulbifer, albus, napalensis ma questi marciscono facilmente se li lasci in terra e i tuberi non sopportano bene la conservazione ‘ a secco’ come il konjac e vanno messi in sabbia. Le altre specie non le ho coltivate
Il Sauromatum può stare in terra senza troppi problemi, così come Arisaema candidissium
Ciao a tutti,
Inizio con i complimenti per Borghetto: hai raccolto un bel po’ di specie. Che clima hai, dove vivi?
Per quanto riguarda la mia esperienza, in Sicilia ho avuto per oltre 10 anni A.bulbifer. Viveva trionfale nel giardino di Mortelle, protetto dalle chiome degli ulivi, semiabbandonato in un vaso con il tipico terriccio “spiaggioso” della zona. Di tanto in tanto si riproduceva solo dai tuberi aerei che produceva sulle foglie. Poi un anno e’ scomparso sommerso, credo fra calle e canne americane. Non l’ho mai visto fiorire, comunque.
A Tenerife ho A.konjac e un paio di specie senza nome. Anche loro non sono ancora fioriti. A.konjac e’ una piantaccia da orto (lo coltivano come patata in India) e in un clima caldo puo vegetare varie volte in un anno e riposare a piacimento. Ho coltivato altre specie in serra, fra cui un A.titanum, ma non attecchirono o morirono per svariate negligenze di chi manteneva le serre.
Per quanto riguarda la serra, sono d’accordo e spiego perché. Le specie tanto il riscaldamento o i bidoni d’acqua. Il vento non va nominato.
Inoltre, come dice Lilio Apulo, molte specie non possono essere estirpate per il riposo. Il cormo e’ spesso un tutt’uno con le radici carnose e sebbene la parte aerea puo scomparire, sotto terra, il ciclo di emissione radici/gemme e’ pressoché continuo.
Carlo
prima di tutto, ti ringrazio
sono toscano e in inverno da me si possono toccare anche temperature proibitive (-7,-8…se non di più) solo quest’anno l’inverno non si è fatto sentire, stranamente!
comunque per quanto riguarda la coltivazione del titanum ecc… penso sia più semplice mantenere un tubero, anche se deve stare sui 10 gradi che una pianta con le stesse esigenze, la quale oltre a tutto a bisogno di una notevole quantità di luce.
comunque ho una serra piccola che riscaldo con una stufa a propano, anche se non molto affidabile.
poi ho visto in qualche sito straniero che specie tipo il titanum sono molto costose
Scritto Da – .borghetto. on 22 Febbraio 2007 01:48:28
Se sei toscano, mi sembra di ricordare che all’orto botanico di Firenze stiano coltivando con successo alcuni A.titanum, in onore a Odoardo Beccari che descrisse la specie. Fra l’altro, i discendenti di Beccari producono per l’appunto un ottimo vino nelle loro tenute vicino Firenze, che hanno etichettato “Titanum”.
Aggiungo anche che mi sembra di aver capito che il prezzo del titano stia scendendo perché lo hanno riprodotto in massa, m’immagino in vitro. Per quanto possa essere basso il prezzo di un piccolo cormo, ricordo comunque che ci mette anni per fiorire. Quindi, un cormo adulto sará pur sempre caro.
Alla fine della storia (fra poco) della bioglobalizzazione, le uniche piante care saranno quelle lente, quelle poco richieste e quelle veramente difficili sotto tutti i climi… credo!
c’è qualcuno che si è brigato di andare a raccogliere semi di titanum e da un paio d’anni si trovano facilmente, anche se si va da 5 dollari a seme in su. In vitro forse si, tante altre aracee, tuberose o non, vengono moltiplicate così.
Ok non ci resta che aspettare che qualcuno riesca a moltiplicare le cydacaee in massa e ci daremo alle piante marziane 😀
E proprio qui ti volevo, amico Apulo: il vecchio e “caro” cicadaccio anche se lo riproduci in massa, sempre lento resta. Scende dunque il prezzo della plantula ma si mantiene quello dell’esemplare. 👿
So per certo che i bulbi del titanum l’Orto Botanico di Firenze è andato a prenderli “di persona” in Indonesia ( mi sembra di ricordare) ed erano già bulbi enormi, per cui poi la fioritura ha potuto avvenire. Io ho avuto qualche anno fa alcuni bulbi, regalatomi da un conoscente, ma ho avuto la pessima idea di lasciarli in vaso collocato in serra e…..i topi hanno mangiato tutto il contenuto. Che rabbia!!! Da allora non sono più riuscita ad averne. Sig! 😡
Lulù
quote:
So per certo che i bulbi del titanum l’Orto Botanico di Firenze è andato a prenderli “di persona” in Indonesia ( mi sembra di ricordare) ed erano già bulbi enormi, per cui poi la fioritura ha potuto avvenire. Io ho avuto qualche anno fa alcuni bulbi, regalatomi da un conoscente, ma ho avuto la pessima idea di lasciarli in vaso collocato in serra e…..i topi hanno mangiato tutto il contenuto. Che rabbia!!! Da allora non sono più riuscita ad averne. Sig! 😡Lulù
mi dispiace molto, un vero peccato 😡
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