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Una piccola premessa, per scusarmi con alcuni amici del forum, in quanto con dei messaggi privati avevo in precedenza annunciato l’uscita di un post specifico al problema della Paysandia nel Lazio, purtroppo per problemi di tempo, sono riuscito solo ora ad inserirlo, spero comunque di fare lo stesso cosa gradita.
PAYSANDISIA ARCHON :
Per chi conosce bene gli ultimi problemi che affligono le nostre amate palme, il nome sicuramente non è una novità, mentre per i più la Paysandia non è conosciuta, oscurata dal suo noto “collega” Rhyncophorus ferrugineus.
Entrambe le specie comunque, nel loro stato larvale aggrediscono “quasi esclusivamente le palme” cibandosene, sino alla morte del soggetto aggredito.
Io, purtoppo conosco bene la Paysandia, in quanto sono oggetto di un infestazione inziata quasi in sordina due anni fa.
nonostante i rimedi casalinghi di contrasto, quest’anno l’attacco e esploso in forma molto pesante.
In questi Tre anni, da profano e per quanto possibile ho cercato di comprendere le abitudini, i ritmi e le esigenze di tale Lepidottero, questo al fine di contrastarlo nella sua fase di espansione.
Premetto che non sono un sperto in botanica, ne tanto meno ho le possibilità di monitorare h 24 il soggetto, però posso concludere che la Paysandia è meno aggressiva del Rhyncophorus, in quanto riesce a debellare una Palma in 4 o 6 generazioni (variabile per tipo di palma aggredita),e non in una come il punteruolo rosso, questo fattore permette quindi di impostare una lotta sistematica per la difesa della pianta oggetto di attacco.
Posso affermare che quando il Lepidottero si “impianta” in una zona, prima di spostarsi, infesta sistematicamente tutte le piante vicine, con uno schema diciamo “ a raggi concentrici”.
Nel corso dell’anno ho notato che qui a Roma, la Paysandia riesce a compiere dai due a tre cicli riproduttivi, e parimenti nella pianta attaccata si ritrovano in estate tutte le generazioni attive al momento (Uova, piccole, medie e grandi larve).
Lo scorso hanno avevo creato nel forum un post specifico (SOS Palme), dove avevo inserito alcune foto con la prova di disinfestazione casalinga effettuata su due Trackicharpos.
L’azione consisteva nel pulire la nota peluria del tronco e nello scovare alla base delle ascelle fogliari i soggetti pronti per diventare crisalide, all’epoca ne avevo tolte 36 sull’individuo più piccolo e 33 su quello più grande, ed erroneamente pensavo di aver debellato il parassita, ed invece sbagliavo, quest’anno ho notato che ci sono state nuove aperture sul tronco, sono le seconde o terze generazioni che si sono maturate.
Infatti più sono piccole le larve è più tendono a percorrere verso l’interno del tronco, poi verso la loro “maturazione” tendono a disporsi nella parte più esterna del tronco per diventare crisalide e poi maturare in farfalla.
E’ da segnalare comunque che le larve che sono negli strati più esterni della palma, a volte escono per nutrirsi delle foglie, io ho riscontrato un caso dove sono riuscito a catturare due larve al primo stadio in una Chamaerops nel tardo pomeriggio, mentre alcuni amici mi dicono che le uscite sono prevalentemente notturne, resta il fatto che uno dei segnali validi per capire se la palma è sotto attacco di Paysandia è che le foglie pre- o apicali risultano mangiate come se forate da una “bucatrice automatica” .
I comportamenti della Farfalla:
Risulta molto attiva nelle ore calde della giornata (dalle ore 9,00 alle ore 18,00) con condizioni di bassa umidità.
La più o meno umidità sposta di circa un ora il periodo di attività della stessa, le ore che precedono la loro massima attività, la Farfalla le passa in uno stato di torpore, chiuse e mimetizzate in una zona d’ombra, mentre nelle ore più calde, svolazzano ripetutamente in un raggio di circa 20-30 metri dalla pianta ospite in cerca di accoppiamenti ed ovo deposizioni, questa fase dura circa una ventina di giorni.
Gli svolazzamenti, si ripetono almeno due volte l’anno, anche tre se la stagione è particolarmente calda e lunga, come lo scorso anno.
Il resto dell’anno, quando le temperature virano sotto i 20 °C, le larve iniziano un pre-letargo diminuendo la loro attvità, per ripendere in primavera il loro normale ciclo.
Lo scorso anno avevo anche indicato nel post che la Paysandia aveva nel suo “menu” alcune preferenze, infatti aveva aggredito e risparmiato alcune specie, purtroppo l’elenco è tutto da rifare.
Ho notato che fuori dal suo areale di origine (Sud_America: Brasile Argentina Uruguay) la Paysandia, non si limita ad aggredire le palme autoctone del Sud America (Butia Trithrinax), ma varia e non di poco la sua dieta, senza uno schema ben preciso, inserirò in ordine di preferenza le varietà sin’ora attaccate :
Trakicharpos, Chamaerops, Phoenix, Tritrinhax, Livinstonia, Sabal, Jubea, Syagrus e notate bene, Beacuarnea Recurvata.
Per le Phoenix, al pari del Ryncophorus predilige gli esempalri maschili, le Butie al momento non sono state ancora aggredite, ma penso che questo è un particolare che non fa testo, lo ritengo un mancanto attacco per questioni di “tempo” e non di “dieta”.
Per come si evince la Beaucarnea ha avuto un solo attacco, ma questo è il segno che la Paysandia aggredisce a 360° tutte le monocotiledoni, ripeto la Paysandia è meno aggressiva del Rhyncophorus, ma non è un parassita da sottovalutare, in quanto se lasciato operare porta comunque le Palme ad una morte certa, con un alta possibilità di espansione dovuta alla sua alta adattabilità “alimentare”.
Per quanto concerne i focolai, per le mie informazioni il lepidottero e diffuso lungo la Riviera Adriatica (AN-MC-AP-TE) nella parte sud-east dei Castelli Romani, ed ho letto su internet che ci sono state segnalazioni nella zona del Pistoiese in Toscana, a tal proposito se qualcuno ha informazioni esatte circa la distribuzione del Lepidottero è pregato di contribuire al forum al fine di avere un quadro chiaro dell’esatta estensione del fenomeno.
Inserirò alcune foto della Paysandia Archon nei suoi vari stadi e atteggiamenti, al fine di renderLa riconoscibile ai più, questo per evitare lo stupore che avevo avuto 3 anni fa, nel notare in giardino questa nuova e splendida varietà di Farfalla, ma di rendervi edotti di iniziare una lotta a protezione delle vostre e delle Palme altrui.Nido di Paysandia su trakicharpos :
Larva di Paysandia :
Larve di Paysandia dietro attaccatura folgiare di Trakicarpos :
nuove Esuvie, con foro di una vecchie “consorella” su Foglia di Phoenix Canariensis.
Farfalla di Paysandia in piena attività (ore centrali della giornata)NOTARE BENE LA COMPOSIZIONE, HA QUATTRO ALI, LE PIU’ GRANDI ESTERNE DI COLORE MARRONE SCURO SFUMATO (usate per mimetizzarsi nelle ore di riposo)E DUE ALI INTERNE PIU’ PICCOLE E VARIAMENTE COLORATE.
Farfalla Paysandia vista dal fianco:
Farfalla di Paysandia mimetizzata, in condizioni di riposo. In questa condizione, si può provare una cattura manuale , in quanto sono molto lente nei riflessi e nei movimenti, le uniche difficoltà sono nel visualizzarla, in quanto hanno un mimetismo quasi perfetto, non a caso la Farfalla è posatta su Cordylina Atroporpurea, è per loro prediletta per il colore delle foglie simile q quello delle loro ali esterne (OTTIMA TRAPPOLA NATURALE PER LA CATTURA MANUALE).
Per per forza di cose ho dovuto cambiare strategia, mettendo in atto a metà Luglio con l’auslio di una Sevices specializzato, una lotta integrata composta da endoterapia ed infiltrazioni radicali ed apicali.
Sò che ci sono diverse scuole di pensiero circa la riuscita o meno degli interventi in endoterapia, ma giunti a questo punto, non mi rimanevano che due strade, abbattere tutte Palme attaccate (Tre per l’avanzato grado di infestazione sono già state abbattute e distrutte), oppure incorciare dita, braccia, gambe ecc. e sperare nella buona riuscita dei trattamenti.
Allo scopo ho inserito alcune foto dei trattamenti occorsi, alle diverse specie trattate.Foratura di Phoenix Canariensis (Il foro è unico e lungo circa il 70-75% del diametro dell’esempalare da trattare)
Foro completato, prima dell’inserimento della valvola di ritenuta.
Inserimento valvola di ritenuta.
Fase di trattamento su Phoenix Canariensis
Trattamento di Livisntonia Decipiens.
Trattamento su Jubaea Chilensis.
Non chiedetemi i principi attivi utilizzati per l’endoterapia in quanto non li conosco, posso solo aggiungere che l’immissione dei prodotti (peche è un mix di tre composti) avviene a pressione atmosferica, il protocollo è quello della Harbor_jet, questo per i grandi esemplari, mentre per i piccoli esemplari si è proceduto con irrorazioni radicali è se possibile anche apicali, composte da fertilizzante (Glucophoenix) dai costi proibitivi come quasi tutto del resto, con l’aggiunta di (Decis o Reldan).
Spero di esser stato utile a qualcuno.Invito a contribuire al post in maniera attiva, senza aggiungere commenti forvianti al tema, per non appesantire inutilmente il tutto.
Nel ringraziarvi saluto, caio.
Scritto Da – caio il 25 Agosto 2008alle ore 11:33:20
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