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Ciao a tutti,
Ecco un piccolo esempio di una “griglia” per archiviare le conseguenze del freddo sulle palme.
Ganere, specie, varietà ( da indicare nella casella “oggetto” del post)
Età pianta:
Durata coltivazione in piena terra:
Durata coltivazione in contenitore all’esterno ( se non in piena terra):
Intensità gelo/freddo:
Durata gelo/freddo :
Resistenza pianta: (mettere una crocetta)
– nessun danno:
– leggeri danni fogliari:
– importanti danni fogliari:
– stato foglia centrale :
– defoliazione:
– morte della pianta:
diretta:
indiretta:
– morte radici:Osservazioni: Ad esempio le condizioni climatiche in cui vi è stata la temperatura critica. La posizione della pianta, le eventuali protezioni, attacchi fungini, ecc….
Tanti saluti,
Gabriel
Concordo totalmente!!!
In più se si può aggiunge una foto che mostra i danni è il massimo!
Grazie Ale,
in effetti nel limite del possibile sarebbe utilissimo illustrare i danni con delle foto.
Gabriel
Speriamo solo di avere il sostegno di qualcun’altro…
Ale,
mi sa che qui siamo solo noi gli “appassionati” del freddo
Ecco un link francese ( vecchio sito dei fous des palmiers) con dati che mi sembra possano interessare.
http://www.chez.com/palmiers/index.htm
Gabriel
Proposta ovviamente molto interessante, ma forse al momento non c’è materiale disponibile, nel senso che nessuno (forse) ha pensato di annotare tutti i particolari da riportare nella eventuale scheda.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Link davvero interessante Gabriel! Grazie!
Pietro dici che è così complessa la cosa?
Si tratterebbe di fare più o meno il lavoro che ha fatto Orazio Baglieri…un paio di foto e la temperatura minima raggiunta in più aggiungere qualche dettaglio come ci suggerisce Gabriel…quest’anno che ha fatto freddo anche in tutta Italia (isole comprese) si potrebbero recuperare molti dati (solo tu con tutte le palme che hai riempiresti un database….)
Ciao Ale,
non è complicato, semplicemente, almeno per quel che mi riguarda, non ho avuto al momento danni visibili, anche perché non si sono avute situazioni paragonabili a quelle della Sicilia sud orientale (considera inoltre che le piante del giardino sono in massima parte il risultato di una selezione iniziata oltre 30 anni fa). Il problema semmai è dare il giusto valore a queste schede, valore che è sempre largamente indicativo dato il numero di fattori che possono concorrere ad aggravare o alleviare l’effetto delle basse temperature. Nelle tabelle o schede che si trovano nei libri (poche) od in rete viene spesso indicato un preciso valore di temperatura, valore che deve essere preso con le classiche pinze. Infatti all’interno di un giardino, anche piccolo, le temperature possono variare, in orizzontale ed in verticale, di non pochi gradi, quindi è praticamente impossibile valutare con accuratezza la temperatura che ha innescato un dato processo, si ritorna quindi ad un discorso non di temperatura ma di presumibile ‘intervallo’ di temperatura, che poi è quello che ha portato alla definizione delle zone climatiche. Con ciò non sto affatto dicendo che si tratta di un lavoro inutile, può essere utilissimo, tutto dipende dalla affidabilità dei dati riportati e dalla loro corretta valutazione. Tanto per fare un riferimento preciso, i dati riportati da molti californiani nel forum della IPS sono spesso poco affidabili, tanto che, se non ricordo male, più volte c’è stato l’invito a non avere fretta, dato che molto spesso il danneggiamento si evidenzia nella sua completezza dopo un lasso di tempo abbastanza lungo.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Pietro, Ale e a tutti,
Penso anch’io che sia molto importante fare un lavoro del genere considerando con grande attenzione i rischi evocati da Pietro. Senza questa cura, il lavoro darebbe dati in gran parte fuorvianti.
Per quanto riguarda l’assenza di danni, trovo che anche questa eventualità sia degna di nota, specialmente nei casi in cui questo risultato non sia scontato a priori (a qualcuno potrà sicuramente essre utile, direttamente o indirettamente).
La griglia proposta ( ansiosa di essere migliorata ) vorrebbe essere un primo elemento di discussione al fine trovare un sistema che limiti i rischi di una fuorviante valutazione e registrazione dei dati.
Mi pare che gli esempi che si possono trovare sul link che ho mandato nel messaggio predecente ( poi andare su “banque du froid” ed in seguito cliccare “palmiers”), indicano un modo di procedere, in gran parte atto alla bisogna.
Penso soprattutto, che in un modo o in un’altro, sia molto importante parlare di questi temi, con molta attenzione e cura.
Gabriel
Forse è ancora presto ma è passato quasi un mese da quel fatidico 18 Febbrai quando la temperatura ha raggiunto i -5°C la prima notte e -3°C la seconda.
Ho inserito uno slide di immagini che danno l’idea della situazione attuale.
Una cosa è certa, gli Encephalartos, tra protetti e no, hanno tutti resistito abbastanza bene, così pure le macrozamiee la Ceratozamia Hildae( parzialmente protetta) e tutte in piena terra, mentre delle cycas solo il thouarsii, delle Palme qualcuna penso che non si salverà.
Orazio Baglieri
Pedara(CT)(Collina sud dell’Etna)
Zona climatica 9b(USDA)
http://community.webshots.com/user/baglieri100
Ciao Orazio,
Grazie mille per questo interessantissimo reportage! Complimenti! La collezione è davvero interessantissima, speriamo che tutte le piante si riprenderanno. Il caldo della tua zona sicuramente giocherà a tuo favore.
Gabriel:-)
Ciao Orazio…ho dato uno sguardo…che peccato….
mi sbaglio o anche la dypsis decipiens si è danneggiata?
Quale sono state le palme che hanno resistito meglio(tra le non comuni)?
Grazie
quote:
Ciao Orazio…ho dato uno sguardo…che peccato….
mi sbaglio o anche la dypsis decipiens si è danneggiata?
Quale sono state le palme che hanno resistito meglio(tra le non comuni)?
Grazie
Bisogna vedere cosa intendi per comuni. Posso elencarti quelli che hanno resistito meravigliosamente bene, includendo anche quelli che io considero tra i più comuni:
Phaenix roebellina(protetta), canariensis, dactifera,rupicola,silvestri.
Braea dulcis, armata.
Sabal messicana
Livistonia chinensis, australis,decipiens.
Tritrinax campestris, brasilensis.
Dipsis decipiens.(Nessun danno)
Thachicarpus wagnerianus. Jubea chilensis.
Butia paraguaiensis,capitata.
Arenga engleri, tremula.
Acoelorrhaphe wrightii. Copernicia alba.
I vari Chamaerops ( cerifera, vulcano )e le Whashingtonia.
Orazio Baglieri
Pedara(CT)(Collina sud dell’Etna)
Zona climatica 9b(USDA)
http://community.webshots.com/user/baglieri100
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