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Cari amici,
probabilmente a causa della recente crisi economica o cosiddetta recessione che ha colpito buona parte dell’Europa, da alcuni Natali non si erano più visti frutti tropicali particolarmente insoliti sui banchi di frutta esotica!
Sarà l’effetto del “nuovo governo” che ha tolto la prima rata dell’Imu alla prima casa e che ha donato con ciò una ventata di ottimismo al già salassato popolo italiano, fattostà che recandomi proprio ieri l’altro in visita ai soliti negozi etnici di Porta Palazzo, nel cuore della mia città, gli occhi mi cadono inevitabilmente su di un frutto tropicale a me molto famigliare ma altrettanto raro da non averlo mai assaggiato prima d’ora, tanto che per l’effetto ”carpe diem” decido senza esitazione di acquistarlo a qualunque costo!
Il frutto, infatti, mi è costato molto!
Successivamente e In un secondo negozio etnico, acquisto un Mango Pakistano e una confezione di Rambutan freschissimi che vanno ad assommarsi al prezioso bottino pagato caro e tenuto poi stretto fra le gambe, durante il tragitto ripercorso a ritroso sotto una pioggia battente, sull’autobus che mi ricondurrà a casa.
Durante il lungo viaggio mi assalgono dei dubbi sull’identità o meno di quel frutto mai acquistato prima; solo a stento vinco il desiderio e l’impazienza di cacciarlo fuori dal sacchetto che lo contiene per analizzarlo visivamente e più profondamente, infischiandomene dei numerosi presenti accalcati sul mezzo pubblico che, dopo quaranta minuti di viaggio (fortunatamente da seduto), riporta me e la mia proverbiale impazienza finalmente a casa.
Di sicuro, quel grosso e verde frutto ricolmo di caratteristiche protuberanze doveva essere un’Annona, ma che fosse anche la famosa Annona Muricata, (dalle peculiari proprietà antitumorali), l’avrei scoperto solo dopo: infatti dell’Annona in questione possedeva oltre all’aspetto fisico soprattutto i semi inconfondibili per uno come me che in tanti anni di acquisti e di coltivazioni tropicali ne aveva avuto per le mani decisamente tanti!
Il gusto del rarissimo frutto, fatto assaggiare anche alla moglie, peraltro indefinito, era piacevolmente agro e dolce con una consistenza fastidiosamente fibrosa che ne impediva il naturale prelievo con il cucchiaino: ripulimmo infatti la buccia (che esalava un aroma e un profumo simile a quello delle giovani foglie della medesima essenza) a colpi di morsi, e, al termine dell’insolito banchetto, contai venticinque provvidenziali semi da trasformare in altrettanti “sogni tropicali”.
Il Mango Pakistano non era ottimo come al solito, ma a me premeva la freschezza del seme dalle incredibili risorse vegetative..
…e ancora i numerosi e delicati semi ottenuti dai frutti del Rambutan che consumai e ripulii subito dopo con la complicità di mia moglie.
Fra qualche giorno, cari amici, scopriremo insieme se è valsa la pena o meno di rimetterci nuovamente a “caccia” di questi insoliti e costosissimi frutti tropicali! 🙂
Scritto Da – Antonio 46 il 20 Maggio 2013alle ore 00:02:02
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