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Salve amici del Forum, ho deciso di aprire questo post specifico per parlare un pochino del mondo della frutta, in particolare di quello che produce in modo intensivo e destinato alla vendita di massa.
Ho preso spunto da questo post :e continuo qui la discussione, in quanto il posto indicato aveva come oggetto “le palme” ma poi nel corso della disquisizione si è finito sulle produzioni della Val di Non e sui pesticidi.
Qualcuno citava 26/30 trattamenti per anno sui meleti, mentre qualcun’altro ne chiedeva conferma.
Ma conferma di cosa ?
Allora sfatiamo un mito, quando sulla bancarella al mercato od in un market trovate, mele, pesche, banane ecc. tutte belle lucide di bell’aspetto e dello stesso calibro, quella è tutta produzione sistematica.
Se piove si tratta per i funghi, se si alza la temperatura unita ad umidità, si tratta per i parassiti ecc ecc, quasi ogni 10gg.Conoscete produzioni di Pescheti, bene subiscono la stessa frequenza di trattamenti delle mele.
Volgiamo parlare dei Kiwi, appena arrivati in Italia sembravano la panacea, si riusciva a produrre il frutto senza alcun trattamento………..poi dopo soli 5 anni si è inziato a dare iil primo trattamento annuo, e così via, ora siamo a 6 trattamenti, ma questo è dovuto solo al fatto che il Kiwi essendo una pianta nuova per il nostro ambiente, all’inizio i parassiti non avevano interesse verso una cosa che non rientrava nella loro dieta alimentare, poi col passare del tempo tutto cambia.
Volgiamo parlare dell’uva……..e come sopra un trattamento dietro l’altro da Aprile a Agosto.
Le banane, in Costa Rica vi è stato un flagello di indigeni, che armati dalle grandi multinazionali della frutta, vedi hanno dato per decenni pesticidi di classe I° senza protezioni, ora và relativamente meglio, avvolgono i caschi con dei fogli di nylon imbevuti di una sostanza derivata dal petrolio e così avvelenano le falde acquifere, ed il principio attivo rientra in catena dall’acqua alla frutta, dalla frutta all’uomo.Morale, si deve per forza di cose iniziare a frequentare chi vende frutta od ortaggi biologici, li riconoscete, perchè magari della mela dovete togliere uno spicchio per una ammaccatura od un “neo”, oppure non sono di forma eguale o perfetta o di colore lucido, oppure un pò sbiadito ecc.
Diciamo non attirano l’occhio, ma sfido ad assaggiare quella mela coltivata senza trattamenti e posta subito sul banco, provare per credere.Coltivo un po’ di frutta per me in maniera completamente biologica, devo dire che è molto dura, soprattutto dove è comparsa la famosa mosca della Frutta “ceratis capitata” che ha un ampio spettro di attività e si deve combattere praticamente tutto l’anno con esche specifiche, oppure produrre le olive senza trattamenti sintetici da oltre 30 anni con ottimi successi, coltivare l’uva con soli due o al massimo tre trattamenti di sola poltiglia bordolese.
Tutto questo, è possibile ed è il futuro …….s e ci sono riuscito io, ci può riuscire chiunque a convertire la propria produzione in biologico, per la preservazione dell’ambiente e dell’uomo.
Si deve ridare fiato alla produzione a Km. zero sia per l’inquinamento indotto, ma anche per la migliore organicità del prodotto appena colto.
Solo così si riusciranno a frenare le multinazionali dei “soldi” e la produzione di veleni che volere o volare anche se per vie traverse, tornano poi alla loro origine, cioè all’uomo veicolato dal cibo.Ora quindi per chi non lo spaeva, la frutta “industirale” subisce trattamenti indiscriminati per ottenere il prodotto visivamente perfetto………meditate gente !
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