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Cyathea brownii (Cyatheaceae)
Originaria dell’Isola Norfolk (Oceano Pacifico) è considerata una delle felci arborescenti più grandi, se non la più grande; le foglie possono raggiungere 5 m di lunghezza ed esistono esemplari in natura che sfiorano i 25 m di altezza. Molto vicina botanicamente alla ben nota e diffusa Cyathea cooperi, a mio avviso presenta dei vantaggi rispetto a questa, infatti, oltre ad essere (parere personale) più ornamentale per il verde più intenso e la forma e disposizione delle foglie, è risultata più resistente alle frequenti ondate di caldo secco. Mentre la cooperi può in queste occasioni defoliarsi completamente, nella brownii al più si danneggia la parte più tenera delle foglie in distensione, pertanto sembrerebbe più adatta ad essere coltivata nelle nostre regioni meridionali. La resistenza alle basse temperature, pare sia paragonabile alla cooperi, o leggermente più delicata, intorno a -3°C, sopporta inoltre il pieno sole, anche se una posizione semi ombreggiata è da preferire, ed una volta ben radicata al suolo può sopportare discreti periodi di siccità. Diversamente dalla cooperi, che emette le foglie a gruppi e a intervalli, la brownii li produce singolarmente, ma con continuità (se regolarmente annaffiata).
Cyathea brownii al centro, Cyathea cooperi a sinistra:
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Salve, Pietro
molto bella, come tutte le felci arboree ma… deve sapere che c’è un angolo, nel cimitero delle felci arboree, con il mio nome…
Ne ho avute tante, ma sono sempre morte a causa del vento caldo e secco, estivo, che tira dalle mie parti (ci metta, poi, la posizione assolutamente/eccessivamente aperta dove coltivo le piante): a volte dura settimane (l’anno scorso durò ininterrottamente 1 mese e una settimana, da Giugno a Luglio: ci metta, poi, che più che le felci lo soffro io, il vento: divento elettrico!). In queste condizioni perdono in continuazione le foglie, arse e sbatacchiate, cercano di ricostituire il palco e torna il vento di nuovo, infame: dopo un po’ mollano la presa. Ero arrivato al punto di costruire delle “flebo”, pendenti, con cui tenevo costantemente umidi i tronchi, ma il problema erano le foglie!
Niente da fare… Non si può avere tutto…
Saluti
Tasha
Monza
quote:
Cyathea brownii (Cyatheaceae)Originaria dell’Isola Norfolk (Oceano Pacifico) è considerata una delle felci arborescenti più grandi, se non la più grande; le foglie possono raggiungere 5 m di lunghezza ed esistono esemplari in natura che sfiorano i 25 m di altezza. Molto vicina botanicamente alla ben nota e diffusa Cyathea cooperi, a mio avviso presenta dei vantaggi rispetto a questa, infatti, oltre ad essere (parere personale) più ornamentale per il verde più intenso e la forma e disposizione delle foglie, è risultata più resistente alle frequenti ondate di caldo secco. Mentre la cooperi può in queste occasioni defoliarsi completamente, nella brownii al più si danneggia la parte più tenera delle foglie in distensione, pertanto sembrerebbe più adatta ad essere coltivata nelle nostre regioni meridionali. La resistenza alle basse temperature, pare sia paragonabile alla cooperi, o leggermente più delicata, intorno a -3°C, sopporta inoltre il pieno sole, anche se una posizione semi ombreggiata è da preferire, ed una volta ben radicata al suolo può sopportare discreti periodi di siccità. Diversamente dalla cooperi, che emette le foglie a gruppi e a intervalli, la brownii li produce singolarmente, ma con continuità (se regolarmente annaffiata).
Cyathea brownii al centro, Cyathea cooperi a sinistra:
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Bellissime Pietro!! Le hai cresciute da seme?
Per avere un’idea dell’eta’!
Complimenti
M@x
Ciao,
– Tasha, quali specie in particolare hai provato?
– Max, grazie, merito del clima. No, ho comprato le piante, giovanissime, con una base non più grande di un cm, ma dopo i primi 2-3 anni in piena terra cominciano a crescere velocemente. La brownii è a dimora da 6 anni e la cooperi forse da 20 ed ha già un fusto alto circa 1,6 m.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Veramente belle!
Dunque…
Cyathea medullaris
Cyathea cooperi
Cyathea dregei (ma era veramente lei? Chissà…)
Dicksonia antarctica
Dicksonia squarrosa
Merito l’inferno, vero?
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 10 Ottobre 2010 22:54:42
Mah, io coltivo da alcuni anni, in vaso e su di un terrazzo esposto ai venti, (quindi, credo in condizioni di maggior suscettibilità ad eventuali carenze idriche) nel sud (Cilento costiero a 4 km dal mare e a 350 mt di altitudine) in condizioni di parziale ombreggiamento primaverile-estivo le seguenti specie: Dicksonia antarctica, sellowiana, fibrosa e squarrosa, Cyathea cooperi, brownii,tomentosissima e dealbata, senza particolari problemi.Tasha, non riesci proprio a trovar loro un posto più riparato? Io le considero tra le piante più affascinanti che esistono!
quote:
Dunque…Cyathea medullaris
Cyathea cooperi
Cyathea dregei (ma era veramente lei? Chissà…)
Dicksonia antarctica
Dicksonia squarrosaMerito l’inferno, vero?
Tasha
MonzaScritto Da – nelumbo on 10 Ottobre 2010 22:54:42
ci ho provato anch’io ma con scarsi risultati per via del freddo invernale.. 😡
Io ho investito 24 sterline in 40 cm di Dicksonia antarctica, d’estate si seccavano le foglie, d’inverno si bruciavano. Dopo l’ultimo freddissimo inverno mi ha lasciato.
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
quote:
Io ho investito 24 sterline in 40 cm di Dicksonia antarctica, d’estate si seccavano le foglie, d’inverno si bruciavano. Dopo l’ultimo freddissimo inverno mi ha lasciato.Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
aspetta l’estate prossima prima di buttarla, potrebbe riprendersi… 😉
dicksonia cresce spontanea intorno ai laghi lombardi.
….!!!ma ne sei sicuro?? mai vista una …
viste in foto. di persona solo negli orti botanici. ma in portogallo viste cyatea coopery nei giardini, solo un po’ ombreggiate da qualche albero e niente piu’.
posso assicurarti che al nord italia , spontaneamente non cresce alcuna antartica, oltretutto quelle nei giardini botanici, sono in grossi mastelli ben interrati e occultati,ma vengono ritarate in autunno in serre. 😉
Scusami, Flavio, ma ne sei sicuro? A Villa Taranto a Verbania esiste una famoso felceto con diverse felci arboree, molte altre le ho viste sul retro del palazzo dell’Isola Madre sempre sul lago Maggiore, ( certo, niente a che vedere con quelle della Mortella a Ischia o dell’Orto Botanico di Napoli!)inoltre ne ho viste diverse all’aperto in Inghilterra e Irlanda e, di sicuro le ho viste all’aperto nel mese di febbraio nell’Orto botanico di Amsterdam .Ora scusa se vado ot, ma noi non ci siamo sentiti per telefono riguardo alla mia Dicksonia squarrosa lo sorso anno? Con piacere ti aggiorno che dopo avermi dato qualche preoccupazione ora è più bella che mai! 🙂
E anche la Dicksonia antarctica si è ripresa alla grande!
Buongiorno
visto che con il Lago Maggiore e Villa Taranto gioco in casa, mi permetto di intervenire: tutte le felci arboree di Villa Taranto e di tutte le altre ville della zona vengono coltivate in mastelli di plastica che, in primavera, vengono calati in terra, nascosti e sulla terra appena smossa seminano il prato per occultarne la vista. All’arrivo dell’inverno, i vasi vengono portati nuovamente in serra.
Al limite, se le felci crescono contro i muri di un palazzetto o villa, d’inverno si costruiscono dei ricoveri mobili.
Sono molto bravi, vero? L’effetto è molto convincente 😀
Altro discorso è per le felci arboree coltivate in alcune zone della Gran Bretagna, interessate dalla corrente del Golfo (dico, ma avete mai visto cosa cresce a Tresco?): lì sì che vivono fuori senza protezioni.
Per Gaetano: ma quanto è bella l’Isola Madre? Trovo sia uno dei luoghi più belli che abbia mai visitato. L’hai vista prima o dopo la tromba d’aria?
Ciao e buon fine settimana.
Tasha
Monza
come avevo già spiegato ed ora descritto anche da Nelumbo, le felci al nord italia non esistono in natura (di questo tipo).
per la telefonata, sinceramente non ricordo esattamente, però son contento che le tue felci si siano riprese. 😉
Ciao, Flavio ovviamente anche io so che le dicksonie e le cyathee non crescono “spontanee” in Italia visto che sono originarie del continente australe. Quello che invece non sapevo è che la Dicksonia antarctica, che viene data come resistente a -10 gradi, non ce la fa all’aperto nemmeno nei microclimi più vantaggiosi del nord (grandi laghi) 😡
Poi, scusate, ma non c’è un certo Horace, qui sul forum che afferma che nel trevigiano le dicksonie vengono tranquillamente coltivate all’aperto e non hanno subito danni nemmeno in questo inverno?
Per rispondere a Tasha : ci sono stato dopo la tromba d’aria , ho visto come è stato conciato il Cupressus cashmiriana… 😡
Scritto Da – gatty60 on 26 Ottobre 2010 13:51:35
Anche a me sembra strano che nemmeno le Dicksonia antarctica, quelle presenti a Villa Taranto, vengano coltivate in piena terra nelle zone dei laghi prealpini… forse i giardinieri preferiscono non tentare l’azzardo, ma credo che ce resisterebbero benissimo considerando il microclima lacustre di un paio di gradi in più rispetto alla pianura circostante… in fondo sono piante che crescono anche nell’entroterra della Tasmania e sulle Blue Mountains dove qualche nevicata se la beccano.
Sembra che in Cornovaglia si auto-semini.
Scritto Da – Limbo81 on 26 Ottobre 2010 15:16:09
Sì Gatty ti rispondo, nel trevigiano ci sono diverse dicksonie in giardini privati, vengono tenute all’aperto, le foglie si seccano ma rispuntano nella tarda primavera. quando posso posto qualche foto. Nei laghi lombardi non vedo il problema in quanto il clima è più mite. Nei laghi crescono anche diverse palme che invece sono in serie difficoltà o portate quasi a morte certa in pianura.
Moris
in pianura padana esattamente nel mio cortile a nord di milano a pochi passi dall’aereoporto della malpensa, da qualche anno coltivo delle antartiche, tutti gli inverni perdevano le foglie e poi in primavera le rimettevano, anche se sempre meno e meno vigorose…..vorrei sottolineare che affermare che sopravvivono dove nevica non vuol dire nulla! nevica a -1 come a -20!!!! 😉
lo scorso inverno dopo aver registrato minime di -15 le mie antartiche sono defunte!!!!! 😀 😀 😀
concludo col dire che i miei “esemplari” avevano rispettivamente 2 metri di tronco e 1.70 l’altro …..non due ciuffi!! e comunque sono morti!
questa la mia esperienza.
Ah! Ecco Horace! Quindi ricordavo bene un suo intervento sull’argomento! Mi raccomando facci sapere!
Ice mi spiace per le tue felci 😡
Io avevo letto che le D. antarctica intorno a -5 perdono la parte aerea ma ricacciano, mentre a -10 muore la pianta.Certo che tu con -15…
Perciò io pensavo ai microclimi tipo laghi prealpini… e comunque ho letto anche da un’altra parte che a Villa Taranto vengono ritirate d’inverno!
Ah! Mi è venuta in mente una cosa: tralasciando la Cornovaglia che ha un clima a sè (figurarsi che ho letto da qualche parte che loro si autoattribuiscono una zona 9b!), allora, proprio quest’anno ho visto diverse Dicksonie piantate in vari giardini riparati delle villette che si trovano lungo il viale che dalla stazione va all’ingresso dei giardini di Kew! Erano alte più di 2 metri e in ottima salute!
Scritto Da – gatty60 on 26 Ottobre 2010 18:09:43
Da me la d. antartica è morta con -7° C una notte e -5° C un ‘altra, avevo avvolto un po’ di tnt attorno al tronco e tagliato le fronde visto che nevicava fitto fitto
inoltre la tenevo in vaso e soffriva anche d’estate causa il sole
secondo questo sito la resistenza al freddo varia a seconda della provenienza delle piante, quelle da alcuni siti montani sarebbero più resistenti
http://www.angelfire.com/bc/eucalyptus/treeferns/antarctica.html
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Scritto Da – ffeeddee on 26 Ottobre 2010 18:34:52
ciao Tasha la Cyathea Australis l’hai provata? dicono sia resistente quanto la Dicksonia A.
Moris
Ciao, Moris
non credo proprio di averne avute e, comunque, anche fosse, sarebbe una delle mie vittime, dato che non ho in giro più Cyathea nel mio carnaio…
Ti dirò: le felci arboree mi piacciono molto (sono tra le mie piante preferite) però mi hanno anche rotto: troppo sbattimento per vederle distruggere da una settimana di vento… no, grazie, preferisco vivere 😀
Ciao
Tasha
Monza
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